Pensieri veloci, errori comuni. Il mondo delle euristiche e dei bias
La capacità di pensare è una delle abilità più raffinate e affascinanti dell’essere umano. Sebbene le sue manifestazioni talvolta appaiano straordinarie e quasi ultraterrene, esse si basano su un substrato organico che risponde alle leggi elementari della biologia. Il cervello, da cui ha origine il pensiero, è un organo estremamente dispendioso e durante l’attività consuma una grande quantità di energia. Per risparmiare energia, l’organismo tende a promuovere tutte le condizioni che richiedono il minimo sforzo possibile e cerca di scoraggiare quelle che ne richiedono di più. Questo principio è alla base della predisposizione umana a preferire attività sedentarie, come guardare un film sul divano, piuttosto che correre in un parco.
La tendenza del cervello a cercare scorciatoie mentali, chiamate euristiche, permette di ottenere risultati accettabili in modo rapido e con il minimo sforzo cognitivo. Tuttavia, quando le euristiche sono distorte o errate, si trasformano in bias.
La conoscenza dei meccanismi che sono alla base del funzionamento della mente assume un’importanza cruciale nella vita di tutti i giorni. Il cervello usa le “scorciatoie mentali” in continuazione e ciò influenza ogni tipo di rapporto interpersonale (lavorativo, familiare o sociale). Questo articolo si propone di creare consapevolezza su tali processi mentali che, come possiamo intuire, determinano la qualità di gran parte delle interazioni umane.
DEFINIZIONE DI EURISTICHE E BIAS
Euristiche
Il termine euristica deriva dal greco “heurískein”, che significa “scoprire, trovare”. Le euristiche sono scorciatoie mentali che, attraverso l’analisi rapida di una quantità limitata di dati presenti in memoria, portano a conclusioni veloci e intuitive. L’efficacia delle euristiche dipende in larga misura dalla qualità dei dati immagazzinati nella memoria, che a loro volta derivano dall’esperienza passata del soggetto. Se ti chiedessi di dirmi se il numero 184.937.364 sia pari o dispari con tutta probabilità mi risponderesti immediatamente pari. Forse non hai nemmeno letto la cifra completa ma sei andato a vedere direttamente l’ultimo numero per dare la risposta corretta. Eppure, a rigor di logica, per rispondere correttamente, avresti dovuto dividere 184.937.364 per 2 e verificare che il risultato fosse un numero intero senza il resto. Questo è un esempio di euristica.
Bias
Il termine bias deriva dall’antico provenzale “biais”, che significa “inclinato, obliquo”. I bias sono euristiche inefficaci che utilizzano pregiudizi e dati errati, distorcono la realtà e conducono a soluzioni sbagliate o dannose. Come per le euristiche, il processo mentale che genera i bias è spesso inconsapevole, rendendoli difficili da riconoscere ed evitare. Sebbene sia impossibile liberarsi completamente dei bias, imparare a riconoscerli può aiutarci a gestirli meglio e a prendere decisioni più consapevoli.
BIAS COGNITIVI: ORIGINI E IMPATTI
I bias sono inclinazioni sistematiche nella percezione e nel giudizio umano che influenzano il modo in cui elaboriamo le informazioni e prendiamo decisioni. Questi errori di pensiero possono distorcere la nostra visione del mondo, portando a conclusioni e comportamenti non necessariamente razionali o basati su prove oggettive.
Nel corso dell’evoluzione, i nostri antenati si sono trovati in ambienti dove la rapidità e l’efficienza delle decisioni erano elementi cruciali per la sopravvivenza. In tali contesti, il cervello umano ha sviluppato scorciatoie cognitive per elaborare rapidamente le informazioni e reagire prontamente a situazioni critiche. Questi meccanismi consentivano di:
• Rispondere alle minacce immediate: in presenza di un pericolo, come poteva essere un rivale armato, era vitale reagire rapidamente piuttosto che analizzare dettagliatamente ogni informazione disponibile. In altre parole, incrociare un essere umano con un bastone nodoso in mano imponeva ai nostri antenati la necessità di decidere in fretta se affrontarlo o fuggire via. Attardarsi a valutare le motivazioni per cui l’altro avesse un bastone poteva significare rischiare seriamente la vita.
• Gestire informazioni limitate: gli esseri umani primitivi spesso disponevano di informazioni incomplete e dovevano prendere decisioni basandosi su segnali parziali o ambigui. Per esempio, intravedere dietro un cespuglio una massa pelosa era più che sufficiente come informazione per decidere come comportarsi. Ancora una volta, indugiare per raccogliere ulteriori informazioni poteva dimostrarsi un atteggiamento potenzialmente mortale.
Nel contesto moderno, che non è più quello naturale della savana o della foresta, queste euristiche possono portare a errori sistematici nel giudizio. Le situazioni attuali spesso richiedono un’analisi più approfondita e dati più completi di quanto non fosse necessario in ambienti ancestrali. Le complessità della vita moderna e l’accesso a una quantità enorme di informazioni rendono le euristiche meno adatte, causando una maggiore probabilità di bias. Questo avviene in base a due meccanismi principali:
• Semplificazione delle Decisioni: Le euristiche semplificano il processo decisionale riducendo la quantità di informazioni che dobbiamo elaborare, ma ciò può portarci a ignorare dati rilevanti e a giungere a conclusioni basate sui pregiudizi.
• Risposte Immediate: La necessità di risposte rapide in situazioni ancestrali si traduce oggi in giudizi affrettati e superficiali, influenzati da informazioni irrilevanti o da prime impressioni.
Ad oggi sono stati identificati e descritti oltre 200 bias cognitivi. Sono suddivisi in diverse categorie, come:
- Bias di attenzione (ad esempio, il bias di conferma, dove si tende a cercare informazioni che confermano le proprie convinzioni).
- Bias di memoria (ad esempio, il bias del pavone, che modifica il ricordo degli eventi passati per renderli coerenti con il presente).
- Bias decisionali (come l’effetto ancoraggio, dove le prime informazioni influenzano le decisioni successive).
La ricerca sui bias cognitivi è in continua evoluzione, e ne emergono di nuovi man mano che gli studiosi approfondiscono la comprensione dei meccanismi mentali umani.
ELENCO DEI PRINCIPALI BIAS
- BIAS DI CONFERMA: La tendenza a cercare, interpretare e ricordare le informazioni in modo da confermare le proprie convinzioni preesistenti.
- BIAS DI DISPONIBILITÀ: La tendenza a dare maggior peso alle informazioni o agli eventi che si ricordano meglio e più facilmente, anche se potrebbero non rappresentare la realtà in modo accurato.
- BIAS DELL’ANCORAGGIO: Si riferisce all’influenza eccessiva esercitata da un valore iniziale (l’ancora) quando si prendono decisioni, anche se quel valore potrebbe essere irrilevante o non vantaggioso.
- ERRORE FONDAMENTALE DI ATTRIBUZIONE: L’abitudine di attribuire il successo a fattori interni o personali e l’insuccesso a fattori esterni o situazionali.
- EFFETTO DUNNING-KRUGER: La tendenza delle persone meno competenti a sovrastimare le proprie capacità, mentre quelle più competenti tendono a sottostimarle.
- BANDWAGON BIAS o bias della banda musicale: L’influenza che esercita un gruppo sociale sulla modifica del comportamento, portando le persone a conformarsi alle norme di quel gruppo.
- BIAS DELL’ILLUSIONE DELLO SCHEMA: La tendenza della mente umana a cercare modelli, schemi e connessioni anche quando non ci sono.
- BIAS DA AVVERSIONE ALLA PERDITA: La maggiore sensibilità al timore di perdere qualcosa rispetto alla possibilità di guadagnare qualcosa di simile o superiore.
- BIAS DELL’ENDOWMENT: La tendenza a sovrastimare il valore degli oggetti o delle risorse che si possiedono rispetto a quelli che non si hanno.
- BIAS DELL’EFFETTO DI PROSSIMITÀ: La tendenza a dare maggiore importanza agli eventi che si possono verificare in un futuro prossimo rispetto a quelli che si verificherebbero in un futuro lontano.
- BIAS DA AUTORITÀ: La tendenza a dare un peso eccessivo alle opinioni o alle istruzioni di una figura di autorità, senza metterle in discussione.
- BIAS DELLO STATUS QUO: La tendenza a preferire la situazione attuale, anche se ci sono opzioni migliori immediatamente disponibili.
- BIAS DELLA NEGATIVITÀ: La tendenza a dare maggiore peso agli aspetti negativi rispetto a quelli positivi.
- BIAS DELL’EFFETTO PLACEBO: La tendenza ad attribuire l’effetto positivo di un trattamento o una sostanza alle aspettative dell’individuo, piuttosto che agli effetti intrinseci del trattamento stesso.
- BIAS DI REATTANZA: La reazione negativa verso situazioni che limitano la libertà o le opzioni, spingendo a desiderare ancora di più ciò che è stato vietato, o a fare il contrario di ciò che viene suggerito.
- INFORMATION BIAS: La tendenza a rimandare una decisione, credendo che acquisire più informazioni porterà a una scelta migliore.
- EFFETTO GALATEA: Le aspettative che abbiamo su noi stessi influenzano direttamente le nostre prestazioni, nel bene e nel male.
- EFFETTO STRUZZO: La tendenza a ignorare o evitare informazioni negative o potenzialmente stressanti.
- EURISTICA DELL’INFLUENZA: La percezione della realtà è influenzata da ciò che desideriamo in quel momento, anche se il desiderio potrebbe non essere autentico.
- ILLUSIONE DELLA FREQUENZA: Quando notiamo di più un fenomeno dopo averlo scoperto o imparato, facendoci credere erroneamente che sia diventato più frequente.
- BIAS DEL PAVONE: Quando modifichiamo i ricordi per apparire migliori o più competenti agli occhi degli altri.
- BIAS DEL SENNO DI POI: La tendenza a pensare che un evento fosse prevedibile dopo che si è verificato.
- ERRORE DI PIANIFICAZIONE: La tendenza a sottostimare sistematicamente il tempo e le risorse necessarie per completare un compito.
- ESCALATION IRRAZIONALE: Continuare a investire in una decisione sbagliata a causa delle risorse già investite, anche se razionalmente dovremmo fermarci.
- BIAS DA COERENZA: La tendenza a cercare di rimanere coerenti con le proprie decisioni passate, anche quando non sono più appropriate.
- BIAS DELL’ORDINE DI GRANDEZZA: Difficoltà nel gestire stime che coinvolgono ordini di grandezza molto diversi.
- BIAS DELLO SCOMMETTITORE: Pensare che eventi casuali passati influenzino la probabilità di eventi futuri, quando in realtà sono indipendenti.
- BIAS DELL’INAZIONE: La tendenza a non agire, anche quando non fare nulla ha conseguenze peggiori rispetto a fare qualcosa.
- ATTUALIZZAZIONE IPERBOLICA: La tendenza a preferire ricompense immediate rispetto a ricompense future, anche se queste ultime sono maggiori.
- BIAS DEL SOPRAVVISSUTO: Prendere come esempio coloro che hanno avuto successo, ignorando coloro che hanno fallito.
COME DIFENDERSI DAI BIAS
Tutti noi siamo vittime dei bias ma possiamo impegnarci per contrastarli e mitigarne gli effetti sulla nostra vita:
• Conoscete i vostri pregiudizi. I bias nascono dai giudizi (o meglio pregiudizi) che si sviluppano sulla base dell’interpretazione delle informazioni in possesso. La conoscenza di quali siano i nostri pregiudizi, ad esempio attraverso lo IAT test, può aumentare la nostra consapevolezza sui meccanismi di pensiero propedeutici ai bias.
• Cercate di acquisire informazioni attraverso lo studio. I bias proliferano nelle menti povere di cultura. La conoscenza approfondita e particolareggiata di un argomento tende a ridurre sensibilmente il ricorso ai bias.
• Fatevi aiutare da qualcun altro soprattutto quando si prendono decisioni importanti. Un altro punto di vista può rivelarsi determinante per sviluppare una visione oggettiva e reale di una problematica complessa.
CONCLUSIONI
Le euristiche e i bias sono due facce della stessa medaglia. Le euristiche sono delle scorciatoie mentali che utilizzano le informazioni immagazzinate in memoria che portano a conclusioni rapide e sufficientemente buone. I bias sono un sottoinsieme di euristiche, spesso dannose, che si generano da dati che non sono posseduti in memoria oppure sono stati acquisiti senza alcun tipo di critica o giudizio. Mentre le prime ci aiutano a prendere decisioni rapide con un costo cognitivo minimo, i secondi possono portarci a conclusioni errate e comportamenti dannosi. Comprendere queste dinamiche ci permette di essere più consapevoli dei nostri processi decisionali e di migliorare la qualità delle nostre scelte in qualunque ambito: relazionale, professionale e finanziario.
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